...capace di coniugare irriverenza, comicità e
severa denuncia sociale...Le
bravissime attrici, capeggiate e dirette dall’ottima Patrizia Schiavo, sono
protagoniste di una sciarada che oscilla continuamente tra il faceto e la
denuncia sociale, il goliardico e la polemica, la risata che un istante dopo si
capovolge in riflessione, rammarico... La regia di Schiavo gioca su questo
confine liminare tra farsa giocosa e j’accuse, in un’azione drammaturgica
straniante che raddoppia la sua efficacia nella metatestualità: la vagina
diventa al contempo simbolo dell’immaginario maschilista e patriarcale, oggetto
di desiderio, di ironie e mistificazioni, ma anche arma di rivoluzione,
strumento per la presa di coscienza della donna e del suo potere.
Il laboratorio della vagina - Alessandro Alfieri - Persinsala
Ritmo serrato, battute al vetriolo, risate
assicurate...Opera corale a tinte forti, divertente, coraggiosa... Il testo raggiunge la sua climax,
grazie a un frammento del testo “Il rumore della notte” di Marco
Palladini sugli stupri avvenuti durante la guerra in Bosnia.
La Schiavo riesce nel miracolo...
Il laboratorio della vagina Elena D'Elia - Brainstorming culturale magazine
Regia sapiente e dettagliata...coniuga diverse
forme di teatro dal dramma alla commedia, denuncia sociale e teatro
civile...Patrizia Schiavo una professionista proveniente dal teatro vero,
quello con la T maiuscola...
Il laboratorio della vagina Michele di Muro - Periodico italiano magazine
Liberatorio e divertente, terapeutico ed
esplicito...spudorato e irriverente...
Senza
pedanteria, “Il laboratorio della vagina” prova a rompere i tabù, ad
essere esplicito ma non osceno... E' un messaggio di denuncia, un grido per vincere l'indifferenza. Ottime le interpretazioni delle attrici a cominciare dalla
Schiavo...
Il laboratorio della vagina Michela Staderini - Saltinaria
Attrici
brillanti, divertenti e profonde, un tema spesso oggetto di tabù e il bisogno
di urlare che la propria femminilità non può essere violata...un’opera
originale e contemporanea, un atto di pensiero forte e indispensabile...Non solo uno spettacolo...ma un NO allo
stupro, alla violenza, alla mutilazione, all’infibulazione e un SI alla
riscoperta del proprio essere, della femminilità, del sesso, della dignità e
del rispetto.
“Invece
di nasconderci dietro il burka e dietro il velo noi ce la guardiamo!”
Il laboratorio della vagina Miriam Bocchino - Different Magazine
...testo molto
interessante messo in scena da una compagnia tutta al femminile che anima il
nuovo spazio teatrale di “Teatrocittà”... ideato e interpretato da una
strepitosa Patrizia Schiavo, che guida le sue donne verso la scoperta di se
stesse...toccante... pieno di momenti ricchi di emozioni.
Il laboratorio della vagina Silvia Scalamonti - Il Foyer
...la scena centrale è dedicata agli orrori
delle violenze subite dalle donne bosniache...le attrici trasfigurano,
diventano altro, si proiettano in uno spazio ideale lontano dal contesto del
resto della messa in scena, come una parentesi d’orrore, come l’emersione
dell’autentico nucleo dell’intero spettacolo. Poi però, sapientemente, si torna
al talk show e a sorridere,
seppur poco prima si stava incollati alla sedia
in tensione e scioccati dall’orrore raccontato: è lo stesso movimento
dell’odierno circuito massmediale, che “switcha” di continuo tra emozioni
inconciliabili provocando una schizofrenia collettiva, e che portato in scena
su un palco si smaschera offrendo l’opportunità (remota, utopica, ma per questo
non
meno necessaria e vitale) di una qualche
trasformazione culturale e sociale.
Il laboratorio della vagina Alessandro Alfieri - Persinsala
...Un lavoro ironico e intelligente di Patrizia Schiavo, che
utilizza il teatro come ‘spunto’ di rinnovamento psicologico e persino
antropologico del pubblico, chiamato a interagire con gli attori in scena: una
forma di democrazia ‘inclusiva’...Casa di
rigenerazione scritto e diretto da
Patrizia Schiavo
Vittorio
Lussana - Periodicoitaliano magazine - Roma 2017
...uno spettacolo
riuscito sia per le scelte registiche sia per il taglio interpretativo a cui
viene dato risalto col giusto ritmo, essenziale ed efficace tra umorismo
grottesco e accenni di farsesca clownerie, con personaggi ben risolti, surreali
e «senza età» e grazie all’ottima prova di Patrizia Schiavo...moglie
appassionata e «cocotte» ...Platea convinta e meritati applausi....
Le sedie di
Eugene Ionesco
Giorgio Thoeni - Azione ch.Lugano 2015
C’è un filo rosso che
sembra legarsi al precedente spettacolo della
stessa Patrizia
Schiavo, Donna senza censura; se lì il messaggio è reso impronunciabile dal suo
abuso e dal rifiuto della società consumistica, nelle Sedie ad esso era
affidata l’ultimachances di riscatto....Ottima la recitazione, nelle tonalità e
sfumature vocali, nella incisiva espressività gestuale.
Le sedie di
Eugene Ionesco
Manuela Camponovo -
Il Giornale del Popolo- Teatro Foce.Lugano 2015
nella società. È arte con la A maiuscola,
nell’interpretazione di un’attrice che diviene divinità grazie al proprio
timbro diaframmatico eccezionale e inconfondibile: una ‘vocedonna’ che
snocciola ‘parole-femmina’, nell’avvenuta maturazione di se stessa.
Donne
senza Censura di P. Schiavo
Vittorio Lussana- Periodico italiano magazine 2013
Un'attrice che conosciamo da tanti anni ma che qui ...è come
se rivelasse se stessa e tutto il suo talento per la prima volta. C'è ...una
quantità di umorismo e d'ironia, una varietà di toni e ritmi, una tale vitalità
che ci si può solo augurare che sia visto...da molti più spettatori di quelli
che ne hanno avuto finora la fortuna.
Donne
senza Censura di P. Schiavo
Franco Cordelli- Corriere della sera- Roma 2013
...Uno spettacolo di protesta, di rivendicazioni.
Amaro, sentito, irriverente. Una pièce dai toni duri, più duri nel buio.
Patrizia Schiavo con il suo “Donne senza censura” abbatte il muro del silenzio,
delle ipocrisie e del perbenismo di una società che ci vuole solo a determinate
condizioni.
Attraverso le parole di Letizia Servo, scrittrice di
successo a cui delega la sua voce di donna e di artista, si racconta con fare
provocatorio il profilo di una donna, come tante arrabbiata, delusa, disillusa,
che grida il suo bisogno di ascolto dall’angolo più remoto della sua intimità,
che ha sete di cose giuste, pulite.
Donne
senza Censura di P. Schiavo
Chiara di Pietro- Saltinaria- Roma 2013
...E allora il teatro torna a farsi, su di sé, sulla propria
sconfitta, usando il proprio corpo e la propria passione, il vissuto interno ed
esterno. Torna a deformarsi la figura a farci stare dentro ciò che non è
svolto, la vita di troppo che eccede fino alle assi di un palcoscenico. Di
tanto è carica Patrizia Schiavo, autrice e interprete... esce a radunare tutti in circolo e chiedere, scardinare resistenze e
avere in cambio reazioni. Qualcuno prova a parlare, superare la ritenzione.
Poi si scioglie un filo e si dipana il gomitolo, si riesce a
dire, subito, quel che è stato. E allora si riconosce la propria vita in quel
che si è visto... un teatro, per una sera tornato ad essere spazio di verità.
Ecco c’è chi passa il
tempo a mostrare teatro, chi si affanna coraggiosamente a
farlo, poi qualcuno ci ricorda che non c’è modo di mostrare o fare, se ci si
dimentica di essere.
Donne
senza censura
Simone Nebbia- Teatro e Critica 2013
Un alternarsi di voci che narrano la vicenda, i sentimenti e
le anime dei corpi risucchiati dal mare. È questa la voce del mare? E che Paese
è mai questo che 'ignora' le tragedie dei migranti? Un lavoro di regia e
drammaturgia di altissimo livello. Un canto a più voci che diventa immagine:
... "Scorro, schiumo, sciabordo"...è quel mare che culla le speranze
e i sogni; è metafora di un apparente quiete, di una monotona indifferenza
verso la sofferenza altrui. Magistrale.
Canto
Clandestino adattamento e regia di P. Schiavo da M. Sammartino
Francesca Buffo- Periodico Italiano magazine. Fringe
Festival di Roma 2013
...riadattato da Patrizia Schiavo con un'ampia gamma di
registri stilistici, dalla lirica visionaria alla crudezza spoglia del
resoconto, dall'asettica cronaca giornalistica al pathos corale. Il palco è
avvolto in reti lacere da cui emerge qualche oggetto buttato come povera cosa
alla deriva (una sedia rovesciata, un barile, una valigia...)...gli interpreti
tessono la dinamicità drammaturgica nelle varianti espressive dei personaggi
evocati. Musica, poesia (nel solco di una tradizione colta e popolare che dalla
ballata di Coleridge arriva a Capossela). Spettacolo intenso che avrebbe
meritato un pubblico molto più numeroso.
Canto
Clandestino da Mimmo Sammartino
Manuela Camponovo- Giornale del Popolo- Lugano CH 2009
...bella l'interpretazione di Patrizia Schiavo...
Boccuccia
di Rosa di Pietra Selva
Osvaldo Guerrieri- La Stampa-Torino 2008
La C.N. T. fondata dall'attrice romana Patrizia Schiavo, ci
ha abituato ad assistere a spettacoli innovativi e impegnati, sia per gli
argomenti trattati (come radio Apocalisse" sul tema della guerra) sia per
la messa in scena......"Serve e Spettri" è un gran cerimoniale
tragicomico degli attori in cerca dei loro "spettri", dei loro corpi
luminosi, smembrati, esasperati e possenti, per una farsa angelica e nera.
Serve e
Spettri di P. Schiavo da
J.Genet
Mirta Gobbi- La Regione Ticino 2003
Patrizia Schiavo è regista e interprete di....un'operazione
raffinata sostenuta da una recitazione di buon livello...giocata su dualismi
oppositivi che si riflettono in una immaginaria prospettiva all'infinito con
l'aggiunta degli spettri. .. che evocano l'azione, la commentano o la
suggeriscono...il rapporto serve-padrona diventa ciò che voleva essere per
Genet...la relazione universale tra carnefice e vittima... La specularità dell'elemento maschile e femminile...senza mai
scadere nella farsa caricaturale ma mantenendosi ad un livello di simbolismo
astratto...
Serve e
Spettri di P. Schiavo da
J.Genet
Manuela Camponovo- Il Giornale del Popolo- TI-Teatro Foce
Lugano 2003
Geniale spettacolo-cena...grazie alla bravura della C.N.T.
di Locarno...Un primo assaggio a tinte forti mentre ci accingiamo ad
entrare...lo spazio intorno a noi,
il nulla fino a pochi miniti prima, diventa un palcoscenico...gli attori
con ritmo incalzante... coinvolgono i presenti sempre più rapiti...magicamente
appare un aperitivo...poi al piano di sopra ci attendono le terapie, il
pubblico diviso in gruppi nelle stanze...Mentre attraversiamo le tematiche più o
meno serie della nostra esistenza...come in un gioco di prestigio i piatti ci
vengono sostituiti... La cena si plasma e fonde con l'azione scenica in un
armonioso e atipico intreccio...con il dessert termina la serata e restiamo li
a cercare con lo sguardo coloro che...ci stavano saziando lo spirito. Il teatro
è servito...e mi auguro che come me non ne sarete sazi mai.
Maniaci,
depressi, geni, erotomani scritto e diretto da P. Schiavo
Arianna Livio- Ristora Magazine - Hotel ristorante De Fanti
CH 2003
...regista e autrice di uno spettacolo stimolante scritto
con intensità e partecipazione.
Radio
Apocalisse
Sabrina Faller- La Regione Ticino- Teatro Foce Lugano. CH
2002
...La Schiavo "Signora" dai toni profondi con
passaggi chiaroscurali, che accompagnano una recitazione drammaticamente matura
giganteggia in scena con una passionalità che la sorregge già da oltre
vent'anni. Il tempo riuscirà ad imporla sicuramente perchè la bravura come la
vera solitudine vince ogni inibizione.
Il
Passaggio di C. M. Alsina
Guerrino Mattei- Il Giornale d'Italia. Teatro dell'Orologio.
Roma 2001
Somiglia all'esecuzione di un quartetto d'archi,
l'allestimento de "Il Passaggio": non solo grazie agli interpreti che
per l'attenzione con cui sostengono tempi, ritmo e intonazione della voce,
fanno pensare ai gesti di un musicista impegnato in un pezzo da camera, ma
anche per scelta drammaturgica e registica di mettere in scena una situazione
del tutto astratta e plausibile solo per i suoi rimandi simbolici.
Il
Passaggio di C. M. Alsina
Eti-Informa- Stefano Adamo.Roma 2001
...La piece...
ha il pregio di mettere in evidenza le qualità mattatoriali della
protagonista...naturale e indubbio talento d'attrice.
Il
Passaggio
Giorgio Thoeni -
L'Azione- Teatro di Lugano. CH 2001
...la messa in scena vive per tutta la sua durata di una
forte tensione, alimentata a tratti da una notevole carica erotica: l'incontro
tra eros e thanatos...la sessualità come strumento di dominio. Una senzazione
di inquietante disagio avvolge la sala dal primo all'ultimo minuto, e il
caloroso applauso assume fino in fondo per il pubblico la sua funzione
liberatoria.
Il
Passaggio di C. M. Alsina
Gianfranco Helbling- La Regione Ticino. TI-Teatro Foce.
Lugano 2001
...uno spettacolo che nasce dall'amore per un teatro dell'attore...supportato
da una scansione rigorosissima dei tempi di battuta e da un ricorso continuo
alle risorse del mestiere...colpi di scena, tensioni, affinità,
conflitti...sulla natura e lo scopo del "passaggio" restano solo
domande come nella tradizione del teatro dell'assurdo
Il
Passaggio di C. M. Alsina
La Repubblica - Stefano Adamo- Roma 2001
... senza dubbio un'attrice che ha notevole stoffa da
vendere...un retroterra culturale forte, legato a un sentire il teatro dalle
radici mediterranee, calde e violente, con un fondo di disperazione...
Metamleto da
Shakespeare
Giorgio Thoeni- Azione 1998
...Patrizia Schiavo è interprete eccellente, trascorre senza
problemi dal comico al drammatico, al grottesco...il momento clou...è il
monologo a due sotto il letto, commovente nel suo comprensibile assurdo...con
una Patrizia Schiavo che ricorda la Winnie dei Giorni Felici beckettiani...
Delirio (a
due o a quanti se ne vuole) di E. Ionesco.
Sabrina Faller- La Regione Ticino. Teatro di Locarno.CH1998
...Attrice, autrice, regista che anima da qualche anno la
scena ticinese....e aggiunge un ulteriore tassello alla sua ricerca
artistica...Questo Delirio appare come una sorta di "Summa" del
pensiero di Ionesco...La Schiavo sa essere attrice efficace dando prova d'usare
tutte le sue risorse per graffiare la scena con volute esagerate gestualità
miste a calcolati straniamenti...
Il dialogo scontro tra i due
diventa una grottesca partita di tennis, dove a volare sono le parole, le
domande insistite, le paure infantili, le idiosincrasie. La bizzarra scenografia di Gerardo
Wuthier, in stile con lo spazio metaforico richiesto dalla regia, sostiene i
due attori protagonisti nella loro giostra e nelle loro trasformazioni...Lui e lei giocano a rimpiattino, si respingono e si
attraggono, temono gli invasori, bisticciano e si interrogano fino al
parossismo mentre due loschi figuri in guisa di moderni lanzichenecchi fanno da
metatesto e contraltare...il loro contrappunto si fa strada simpaticamente con
involontaria autorevolezza proprio perchè agiscono si soppiatto, da
"enfants terribles" pronti al vile assalto.
Delirio (a
due o a quanti se ne vuole) di E. Ionesco.
Giorgio Thoeni -
L'Azione Ticino- Teatro di Locarno-CH 1998
La C.N.T è sempre riuscita a creare spettacoli di ottimo
livello, come conferma anche quest'ultima produzione...Il teatro dell'assurdo è
un teatro di amare verità. Ma anche di irresistibili spunti comici...Patrizia
Schiavo autrice dell'adattamento nonchè regista e interprete, non dimentica le
due direzione che si fondono in una sola, quella del grottesco....
Delirio (a
due o a quanti se ne vuole) di E. Ionesco.
Corriere del Ticino CH- 1998
All'attrice Patrizia Schiavo un sincero applauso. E' brava
quando è tragica,ironica,melodrammatica, cattiva,fatalona e volgaruccia...
Titolo fascinoso che racchiude in sè il tema sempre attuale
dell'attore viaggiatore e profugo per eccellenza, in perenne esilio, in perenne
ricerca di patria e di scena...ironia e melodramma si sposano con i toni della
farsa, del musical, del teatro dell'all'assurdo. Un quadro
ricchissimo...citazioni da Shakespeare, Wilde, Pirandello...riferimenti a
Bergman e Fellini...Ottimi gli interpreti, nessuno escluso...Un esempio per
molte compagnie di sedicenti professionisti, inesorabilmente scarsi.
Profughi,
attori, inquieti,viandanti di e con P.Schiavo
Sabrina Faller- La Regione Ticino- Teatro di Locarno CH 1997
I misteri di Amleto conquistano le corti di Viterbo...Nel
cortile rinascimentale del Palazzo dell'Amministrazione Provinciale...il primo
Amleto è stato l'oggetto della singolare messa in scena. Da un lato...il
professore, lo studioso Shakesperiano...dall'altra i tre attori in bilico
continuo (oltre che sui cornicioni della facciata del palazzo) fra la finzione
e la realtà. Da una parte l'Amleto scientifico, l'indagine attenta e ragionata;
dall'altra l'Amleto folle, la spettacolarità... una forma di teatro nel teatro
fatta di raffronti, di scontri, di mescolanze...interpretazioni altre e
naturalmente, di dubbi.
Il
primo Amleto lezione spettacolo a cura di Patrizia Schiavo con
Alessandro Serpieri..."Quartieri dell'arte"
Francesca Paci - L'Unità -1997
...Una prima stesura del più celebre testo teatrale di tutti
i tempi...la comparazione tra le due versioni è risultata particolarmente
affascinante e ha visto in campo due "principi di Danimarca": uno
giovane e l'altro più maturo...emblematica la scena con Gertrude costretta ad
affrontare i due figli, ora distinti o nemici, ora fusi e complici, impegnati
in un vero e proprio duello di parole...
Il
primo Amleto lezione spettacolo a cura di Patrizia Schiavo con
Alessandro Serpieri..."Quartieri dell'arte"
- Gazzetta di Parma - 1997
...un percorso suggestivo ideato da Patrizia Schiavo...con
la teatralità di corte del re Claudio interpretato da Giampiero
Fortebraccio...impermeabili e pezzi di carta per estrarre e ricreare il
teatro...
Il
primo Amleto lezione spettacolo a cura di Patrizia Schiavo con
Alessandro Serpieri..."Quartieri dell'arte"
Corriere di Viterbo 1997
La voce di Patrizia Schiavo, per uno scioccante
"concerto poetico- sonoro": aggressiva e dolente, sardonica e
pietosa, colpisce come una frusta o accarezza malinconica, trascorrendo
naturalmente dal ruolo di carnefice a quello di vittima...un gruppo che crede
in quello che fa e lo fa con professionalità ed entusiasmo.
Il Rumore
della notte di M. palladini
Sabrina Faller- La Regione Ticino- 1995
...a "sfruttarne" tutta la forza è la poliedrica
Patrizia Schiavo...un lavoro decisamente impegnato come è nello stile della
Schiavo...l'aspetto onirico... giocato sull'assenza fisica dell'amato...assume
dimensione universale, divina.
Il Cantico
dei Cantici
Giovanni Conti- La Regione Ticino 1995
...restituisce la carnalità senza censure del testo...Lo
spettatore è sollecitato non solo dalle parole e dai gesti dell'attrice ma
anche dai profumi, dagli incensi,
dalle vibrazioni sonore create dal percussionista Mariano De Tassis
Il Cantico
dei Cantici
I.M.- Corriere del Ticino 1994
...il ritmo della musica accompagna gli esilaranti amplessi,
consumati alla velocità delle vecchie comiche americane...lo spettacolo che ha
riscosso un'enorme successo..."Sex-Machina"...trae ispirazione dal
"Girotondo di Schnitzler...gli attori tutti bravissimi, hanno recitato in
italiano, inglese, tedesco, spagnolo e in dialetto napoletano...da non perdere.
Sex-Machina
scritto e diretto da Patrizia Schiavo
Mirta Gobbi. La Regione Ticino. Ascona CH 1994
Medea, l'attrice Patrizia Schiavo, racconta con passione e
furore la sua storia. Allucinata, sconvolta, condannata a rivivere senza fine
il suo terribile dramma, percorre in un crescendo ossessivo le tappe della
tragedia...la voce dell'attrice, protagonista assoluta: ingigantita,
moltiplicata in una serie di echi inquietanti, per esprimere rabbia e
disperazione. Oppure intima e sussurrata quando ricorda l'amore e il dolore del
tradimento...
Me-Dea di M.
Palladini, regia di G. Cauteruccio Krypton
Titti Danese 1993
...la divina Medea dell'intensa Patrizia Schiavo
Me-Dea di M.
Palladini, regia di G. Cauteruccio, Krypton
Carlo Rosati- Il Giornale d'Italia - "Racconti di
venere" Trapani 1993
...sola in scena, Patrizia schiavo da prova di indubbio
temperamento, conferendo alla protagonista un vigore espressivo ed una
sensualità di rapinoso fascino mediterraneo...applausi scroscianti.
Me-Dea di M.
Palladini, regia di G. Cauteruccio, Krypton
Antonio Stefani-
Cosenza 1993
...la bella prova di Patrizia Schiavo che sa dare alla sua
Medea toni di follia e di verità, conferma l'originalità e la validità della
ricerca di questo interessante gruppo. Molto caldi gli applausi del numeroso
pubblico
Me-Dea di M. Palladini, regia di G.
Cauteruccio, Krypton
Magda Poli- Corriere della sera. Milano 1993
...uno spettacolo certamente innovativo e pregnante...che
qualifica lo Stabile di Palermo...una esperienza da non lasciarsi sfuggire.
Me-Dea di M.
Palladini, regia di G. Cauteruccio, Krypton
Piero Longo-
Giornale di Sicilia. Teatro Biondo di Palermo 1993
...intensa, convincente, ben ripiegata sulla parola, in
marcia verso la follia, verso la più sola delle solitudini, maschera condannata
a ripetere in un ciclo continuo i suoi delitti...
Me-Dea di M.
Palladini, regia di G. Cauteruccio Krypton
Gianluca Favetto- La Repubblica. Torino1993
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