Spettacoli Svizzera 1994-2009

Spettacoli realizzati da Patrizia Schiavo in Svizzera - Compagnia Nuovo Teatro Locarno

2009  - Canto Clandestino 

Drammaturgia e regia di P.Schiavo da "Un canto clandestino saliva dall'abisso"di Mimmo Sammartino. 



Patrizia Schiavo

Un alternarsi di voci che narrano la vicenda, i sentimenti e le anime dei corpi risucchiati dal mare. È questa la voce del mare? E che Paese è mai questo che 'ignora' le tragedie dei migranti? Un lavoro di regia e drammaturgia di altissimo livello. Un canto a più voci che diventa immagine: ... "Scorro, schiumo, sciabordo"...è quel mare che culla le speranze e i sogni; è metafora di un apparente quiete, di una monotona indifferenza verso la sofferenza altrui. Magistrale.

Canto Clandestino adattamento e regia di P. Schiavo da M. Sammartino 

Francesca Buffo- Periodico Italiano magazine. Fringe Festival di Roma 2013

...riadattato da Patrizia Schiavo con un'ampia gamma di registri stilistici, dalla lirica visionaria alla crudezza spoglia del resoconto, dall'asettica cronaca giornalistica al pathos corale. Il palco è avvolto in reti lacere da cui emerge qualche oggetto buttato come povera cosa alla deriva (una sedia rovesciata, un barile, una valigia...)...gli interpreti tessono la dinamicità drammaturgica nelle varianti espressive dei personaggi evocati. Musica, poesia (nel solco di una tradizione colta e popolare che dalla ballata di Coleridge arriva a Capossela). Spettacolo intenso.

Canto Clandestino da Mimmo Sammartino

Manuela Camponovo- Giornale del Popolo- Lugano CH 2009

2003 Serve e Spettri da "Le Serve" di J.Genet
La C.N. T. fondata dall'attrice romana Patrizia Schiavo, ci ha abituato ad assistere a spettacoli innovativi e impegnati, sia per gli argomenti trattati (come radio Apocalisse" sul tema della guerra) sia per la messa in scena......"Serve e Spettri" è un gran cerimoniale tragicomico degli attori in cerca dei loro "spettri", dei loro corpi luminosi, smembrati, esasperati e possenti, per una farsa angelica e nera.
Serve e Spettri di P. Schiavo da J.Genet
Mirta Gobbi- La Regione Ticino 2003

Patrizia Schiavo è regista e interprete di....un'operazione raffinata sostenuta da una recitazione di buon livello...giocata su dualismi oppositivi che si riflettono in una immaginaria prospettiva all'infinito con l'aggiunta degli spettri. .. che evocano l'azione, la commentano o la suggeriscono...il rapporto serve-padrona diventa ciò che voleva essere per Genet...la relazione universale tra carnefice e vittima... La specularità dell'elemento maschile e femminile...senza mai scadere nella farsa caricaturale ma mantenendosi ad un livello di simbolismo astratto...
Serve e Spettri di P. Schiavo da J.Genet
Manuela Camponovo- Il Giornale del Popolo- TI-Teatro Foce Lugano 2003



2003 - SERVE E SPETTRI
Drammaturgia di Patrizia Schiavo 
Regia di Patrizia Schiavo e Riccardo Liberati


Le due serve, Claire e Solange, interpretate da Patrizia Schiavo e Vito Gravante, mettono in scena ogni giorno con ripetitività maniacale le prove dell’assassinio di Madame, la loro padrona. Ma nell’ossessione dell’eterno ritorno le nostre serve sono accompagnate, duplicate, a tratti consigliate dagli spettri delle serve che hanno vissute esistenze precedenti in quella stessa casa, che le istigano a compiere ciò che esse non avuto il coraggio di mettere in atto. Ma la storia si ripete, perché anche Madame è accompagnata dal suo doppio, dalla sua cattiva coscienza, dallo spettro che già conosce i piani omicidi delle serve, e ancora una volta riesce a farla franca. Così Claire torna nei panni di Madame, portando fino in fondo il gioco del travestimento. Trucco marcato, calze fumè, sottovesti nere, guanti di gomma, un abito di velluto scarlatto, il ventaglio, gli smeraldi e le scarpe di pelle lucida faranno il resto: si compirà il Gran Cerimoniale tragicomico degli attori in cerca dei loro “spettri”, dei loro corpi luminosi, smembrati, esasperati e possenti, per una farsa angelica e nera.

Patrizia Schiavo e Vito Gravante in "Serve e Spettri"


2002 RADIO APOCALISSE
drammaturgia e regia di Patrizia Schiavo

Patrizia Schiavo è regista e autrice di uno spettacolo stimolante scritto con intensità e partecipazione.
Radio Apocalisse
Sabrina Faller- La Regione Ticino- Teatro Foce Lugano. CH 2002

2001 - IL PASSAGGIO
drammaturgia e  regia Carlos Maria Alsina

...La Schiavo "Signora" dai toni profondi con passaggi chiaroscurali, che accompagnano una recitazione drammaticamente matura giganteggia in scena con una passionalità che la sorregge già da oltre vent'anni. Il tempo riuscirà ad imporla sicuramente perchè la bravura come la vera solitudine vince ogni inibizione.
Il Passaggio di C. M. Alsina
Guerrino Mattei- Il Giornale d'Italia. Teatro dell'Orologio. Roma 2001



Somiglia all'esecuzione di un quartetto d'archi, l'allestimento de "Il Passaggio": non solo grazie agli interpreti che per l'attenzione con cui sostengono tempi, ritmo e intonazione della voce, fanno pensare ai gesti di un musicista impegnato in un pezzo da camera, ma anche per scelta drammaturgica e registica di mettere in scena una situazione del tutto astratta e plausibile solo per i suoi rimandi simbolici.
Il Passaggio di C. M. Alsina
Eti-Informa- Stefano Adamo.Roma 2001

 ...La piece... ha il pregio di mettere in evidenza le qualità mattatoriali della protagonista...naturale e indubbio talento d'attrice.
Il Passaggio
Giorgio Thoeni -  L'Azione- Teatro di Lugano. CH 2001



...la messa in scena vive per tutta la sua durata di una forte tensione, alimentata a tratti da una notevole carica erotica: l'incontro tra eros e thanatos...la sessualità come strumento di dominio. Una senzazione di inquietante disagio avvolge la sala dal primo all'ultimo minuto, e il caloroso applauso assume fino in fondo per il pubblico la sua funzione liberatoria.
Il Passaggio di C. M. Alsina
Gianfranco Helbling- La Regione Ticino. TI-Teatro Foce. Lugano 2001

...uno spettacolo che nasce dall'amore per un teatro dell'attore...supportato da una scansione rigorosissima dei tempi di battuta e da un ricorso continuo alle risorse del mestiere...colpi di scena, tensioni, affinità, conflitti...sulla natura e lo scopo del "passaggio" restano solo domande come nella tradizione del teatro dell'assurdo
Il Passaggio di C. M. Alsina

La Repubblica - Stefano Adamo- Roma 2001

1998 - DELIRIO
Drammaturgia e regia di Patrizia Schiavo 
...Patrizia Schiavo è interprete eccellente, trascorre senza problemi dal comico al drammatico, al grottesco...il momento clou...è il monologo a due sotto il letto, commovente nel suo comprensibile assurdo...con una Patrizia Schiavo che ricorda la Winnie dei Giorni Felici beckettiani...
Delirio (a due o a quanti se ne vuole) di E. Ionesco.
Sabrina Faller- La Regione Ticino. Teatro di Locarno.CH1998
...Attrice, autrice, regista che anima da qualche anno la scena ticinese....e aggiunge un ulteriore tassello alla sua ricerca artistica...Questo Delirio appare come una sorta di "Summa" del pensiero di Ionesco...La Schiavo sa essere attrice efficace dando prova d'usare tutte le sue risorse per graffiare la scena con volute esagerate gestualità miste a calcolati straniamenti...
Il dialogo scontro tra i due diventa una grottesca partita di tennis, dove a volare sono le parole, le domande insistite, le paure infantili, le idiosincrasie.  La bizzarra scenografia di Gerardo Wuthier, in stile con lo spazio metaforico richiesto dalla regia, sostiene i due attori protagonisti nella loro giostra e nelle loro trasformazioni...Lui e lei giocano a rimpiattino, si respingono e si attraggono, temono gli invasori, bisticciano e si interrogano fino al parossismo mentre due loschi figuri in guisa di moderni lanzichenecchi fanno da metatesto e contraltare...il loro contrappunto si fa strada simpaticamente con involontaria autorevolezza proprio perchè agiscono si soppiatto, da "enfants terribles" pronti al vile assalto.
Delirio (a due o a quanti se ne vuole) di E. Ionesco.

Giorgio Thoeni -  L'Azione Ticino- Teatro di Locarno-CH 1998


La C.N.T è sempre riuscita a creare spettacoli di ottimo livello, come conferma anche quest'ultima produzione...Il teatro dell'assurdo è un teatro di amare verità. Ma anche di irresistibili spunti comici...Patrizia Schiavo autrice dell'adattamento nonchè regista e interprete, non dimentica le due direzione che si fondono in una sola, quella del grottesco....
Delirio (a due o a quanti se ne vuole) di E. Ionesco.
Corriere del Ticino CH- 1998

Con l’originalità non comune che lo contraddistingue, Ionesco incentra “Delirio a due” sul tema della crisi di coppia, e inserendo un Lui e una Lei in un metafisico stato d’assedio supera qualsiasi ovvietà tematica, arrivando con estrema chiarezza all’estremo parossismo: far ridere parlando di violenza.
E ancor più, far ridere dell’indifferenza alla violenza: “Che succede? Niente di speciale. Tre morti.” La finestra sul massacro è l’unica distrazione di una coppia in lite perpetua. Lite per noia, per la fatica di vivere, per la paura del vuoto. Rituali di assurdità quotidiana, esilaranti e grotteschi, poetici e violenti, commoventi e patetici, si susseguono vagamente interrotti da rumori di guerra: spari, granate, cannonate che si fanno via via più presenti fino ad invadere e distruggere progressivamente l’intero appartamento. Il microcosmo del conflitto interno tra i due, generato dall’inconsapevole paura che le parole vengano a mancare (per dirla alla maniera di Beckett), trova logica corrispondenza nel macrocosmo del conflitto esterno. Impossibile ogni via di uscita. Niente sembra inevitabile. Tutto si giustifica.
Nell’intenzione di dare forma visibile astratta alla guerra esterna, la messinscena si avvale della creazione di due bislacchi personaggi, che (citando qua e là Giuliano Scabia di “Scontri generali”) a tratti commentando come arbitri lo scontro interno, ora spuntando con armi improbabili dal tetto di due “armadi” o assediano l’appartamento come soldati, ora sbarcano su misteriosi pianeti come astronauti o diventano demenziali macchinisti nel progressivo disfacimento dello spazio.
In una ambientazione surreal-dadaista, il luogo d’azione (l’appartamento) affiora con elementi essenziali all’interno di una sorta di campo da tennis: una rete da pesca divide in due lo spazio scenico, al centro il letto, in fondo due armadi che fungono da porte di “uscita” e da abitacoli per i due strampalati arbitri-soldati-macchinisti. A destra e a sinistra le postazioni dei nostri “giocatori”: due isole-zattere (pedane basculanti) che accentuando l’instabilità interna ed esterna, fungono da luoghi privati in cui ciascuno appaga la propria egocentrica volontà di autoaffermazione rifugiandosi negli inutili rituali quotidiani, finché le parole arrivano a mancare, e allora non resta che nascondersi sotto il letto, chiudere gli occhi e aspettare la fine.


1998 - METAMLETO
adattamento e regia di Patrizia Schiavo

1998 - Metamleto, Vito Gravante nel becchino
1998 - Metamleto, Patrizia Sciavo e Federigo Ceci
... senza dubbio un'attrice che ha notevole stoffa da vendere...un retroterra culturale forte, legato a un sentire il teatro dalle radici mediterranee, calde e violente, con un fondo di disperazione...
Metamleto da Schakespeare

Giorgio Thoeni- Azione 1998
1998 - Metamleto, Federigo Ceci, Gerard Wuthier, Vito Gravante



1997 - PROFUGHI, ATTORI, INQUIETI, VIANDANTI
drammaturgia e regia di Patrizia Schiavo


1997- PROFUGHI, ATTORI, INQUIETI, VIANDANTI con  Federico Caprara, Patrizia Schiavo,
Emanuele Santoro, Richard Coroneo , Milena Carafa

All'attrice Patrizia Schiavo un sincero applauso. E' brava quando è tragica,ironica,melodrammatica, cattiva,fatalona e volgaruccia...
Titolo fascinoso che racchiude in sè il tema sempre attuale dell'attore viaggiatore e profugo per eccellenza, in perenne esilio, in perenne ricerca di patria e di scena...ironia e melodramma si sposano con i toni della farsa, del musical, del teatro dell'all'assurdo. Un quadro ricchissimo...citazioni da Shakespeare, Wilde, Pirandello...riferimenti a Bergman e Fellini...Ottimi gli interpreti, nessuno escluso...Un esempio per molte compagnie di sedicenti professionisti, inesorabilmente scarsi.
Profughi, attori, inquieti,viandanti di e con P.Schiavo
Sabrina Faller- La Regione Ticino- Teatro di Locarno CH 1997



1995 - IL RUMORE DELLA NOTTE 
di Marco Palladini concerto poetico sonoro
La voce di Patrizia Schiavo, per uno scioccante "concerto poetico- sonoro": aggressiva e dolente, sardonica e pietosa, colpisce come una frusta o accarezza malinconica, trascorrendo naturalmente dal ruolo di carnefice a quello di vittima...un gruppo che crede in quello che fa e lo fa con professionalità ed entusiasmo.
Il Rumore della notte di M. palladini
Sabrina Faller- La Regione Ticino- 1995


1995 - IL CANTICO DEI CANTICI
traduzione di Guido Ceronetti 



...a "sfruttarne" tutta la forza è la poliedrica Patrizia Schiavo...un lavoro decisamente impegnato come è nello stile della Schiavo...l'aspetto onirico... giocato sull'assenza fisica dell'amato...assume dimensione universale, divina.
Il Cantico dei Cantici
Giovanni Conti- La Regione Ticino 1995


...restituisce la carnalità senza censure del testo...Lo spettatore è sollecitato non solo dalle parole e dai gesti dell'attrice ma anche dai profumi, dagli  incensi, dalle vibrazioni sonore create dal percussionista Mariano De Tassis
Il Cantico dei Cantici
I.M.- Corriere del Ticino 1994

1994 - SEX-MACHINA
drammaturgia e regia di Patrizia Schiavo




..il ritmo della musica accompagna gli esilaranti amplessi, consumati alla velocità delle vecchie comiche americane...lo spettacolo che ha riscosso un'enorme successo..."Sex-Machina"...trae ispirazione dal "Girotondo di Schnitzler...gli attori tutti bravissimi, hanno recitato in italiano, inglese, tedesco, spagnolo e in dialetto napoletano...da non perdere.
Sex-Machina scritto e diretto da Patrizia Schiavo
Mirta Gobbi. La Regione Ticino. Ascona CH 1994












Delirio - Patrizia Schiavo, Vito Gravante

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